martedì 15 gennaio 2013


il coraggio, ai tempi della mia giovinezza, campi di prigionia, città bombardate, paure perennemente appiccicate alla pelle come tante zecche pulsanti che ti aspirano dal profondo la voglia di tirare avanti. il coraggio a quei tempi era una sottile lastra di vetro che se esibita poteva essere infranta con infinita facilità. potrei sembrare presuntuoso a molti di voi ma io, qualche brandello di quel che coraggio ce l’ho, radicato nei miei geni, nascosto e appiccicato caparbiamente ai miei globuli rossi. la società in cui sono, volente o nolente, nato e cresciuto, il benessere, hanno infiacchito apparentemente quel coraggio che, comunque, fa parte dei miei geni di battello ottocentesco. ho vissuto il vietnam, la guerra di secessione, la prima e seconda guerra mondiale, ho vissuto carestie e pestilenze, la mia pelle è un libro di storia senza voglia di fare alcuna propaganda. non parlo a vanvera e le mie parole non vogliono mancare di rispetto a chi ha sofferto. ho conosciuto anche una bellissima 14enne di nome anna frank, non ascoltava i talking heads ma era una meravigliosa adolescente, di quelle che se ce ne fossero di più la marmaglia che popola il mondo apparirebbe meno simile ad uno sterminato gregge. la mia pelle ha conosciuto tutto ciò. e anche oggi posso vantarmi di conoscere una piccola anna frank. vorrei che lei lo sapesse che per me, lei, è una piccola anna frank. 

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