lunedì 1 luglio 2013

Appena  rincasata dopo Rock Island e dopo dieci doppi jack, dopo venti vodka, cinquanta irish coffee e cento birre rosse fredde e cupe e profonde. A casa. Nel mio freddo monolocale al tredicesimo. Metto nel lettore dvd il concerto dei radiohead. Lo sfondo è blu, la musica è magnificamente perfetta, perfetta miscela di rock e alienazione, ghiaccio e colori forti e sincopati, odierne melodie fiabesche e viscerali. Sono sola, finalmente sola. Fumo e continuo a bere ciò che la mia casa offre. Sono sola, finalmente sola. Senza contegno mi autodistruggo mi anniento e sto bene bene come una nota musicale posta esattamente al suo posto, esattamente al suo posto. Sono esattamente una nota musicale posta al suo posto. Sono così magra e così pallida che farei invidia ad un ruscello d’alta montagna. Blu e ghiaccio grigia e cristallo, metallo e celeste dannazione, sono uno splendido capriccio per l’umanità tutta intera. Sono così bella che potrei morire in quest’istante. Voglio morire soffocata nei colori sgargianti dei sogni più bizzarri. Sono una dea. Sono un fiore cresciuto nel cristallo. Sono una regina della solitudine di vetro e asfalto e cemento. Adesso mi stendo e penso di morire. Non succederà ma lo penso lo stesso. Penso di morire mentre voi dormite all'oscuro di tutto. Se dovessi morire stanotte m’incarnerei nel marmo della pietà di Michelangelo. Vivrei nella fredda e perfetta bellezza burlandomi dei vostri ignari sguardi. Se morissi. Stanotte. M’incarnerei. Nel marmo. Della pietà. Di Michelangelo. Tutte le dita delle mie mani scorrono vezzeggiando i mie capelli dalla fronte fino alla nuca, le mie braccia sono lunghe e bianche e sottili quasi di marmo. Mi siedo sul freddo del pavimento abbracciando le mie nude ginocchia ossute. Sono bella e sola come una dea. Una dea caduta da chissà dove.


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