venerdì 5 luglio 2013

mick jagger...

se il rock è una religione mick jagger è dio in terra porcaputtana. porcaputtana se lo è. sinuoso magro e superbamente provocante, l’ho visto due volte e… e se il rock è una religione lui è dio in terra. o il diavolo. il diavolo che canta il rock, che danza il blues, che gioca esibendo sfarzosi costumi e colori sgargianti e labbra  plasmate nel più proibito dei laboratori che si occupano della umane fattezze che calcano i palcoscenici di questo pianeta. uno stupefacente pagliaccio milionario con le rughe del più trasandato menestrello che campa narrando le storie semplici e cutanee del blues diabolico e umano umano e antico quanto l’uomo e i tamburi e le danze e i fuochi e i canti che sanno di pietra e maschere e legno e spalti e occhi che ascoltano e sognano e….e quelle rughe così… così millenarie, di pietra e sabbia e sale, il rosso che incontra il giallo e che bacia il blu.

a parte la barbetta più lunga del solito in questo momento sono il mio mick jagger personale, magro e nervoso e sinuoso, indosso una strana t-shirt rossa col cappuccio che mi copre mezza pancia, maglietta appartenente (l’ho scovata qualche giorno fa) alla mia bellissima musa dalle vene di ghiaccio… sono blueseggiante e maledetto al punto giusto… violino e veleno e serpente, statua pagana e bacio e femmineo liquore sgocciolante… sono bianco e nero, freddo e sporco al punto giusto, respiro armonica e i miei occhi rilasciano riffs chitarristici millenari.

questa notte sono semplicemente un dio del rock

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