un fiume acqua verde opaca inespressiva senza vita,
la luce non filtra nemmeno di qualche centimetro sotto la superficie, adagio
navigo su una piccola imbarcazione, una via di mezzo tra una barchetta e una
canoa, scivolo a rilento, le due sponde sono rivestite di erba di un verde più
acceso ma pur sempre spento e statico. un ronzio inesistente accompagna il mio
fluttuare indolente, dalla luce del giorno deduco che è un pomeriggio nordico
da paese annoiato assuefatto a sorde piogge senza persone sguardi e parole da
incrociare. penso queste cose e nient’altro mentre procedo sull’imbarcazione,
un apatico non pensare simile ad un volo senza gioia di volare. sogno numero
due, a ridosso del primo, questo decisamente più corporeo, tangibile,
risolutamente meno poetico: litigo con i miei genitori, con una rabbia così
forte che non svanisce nemmeno al risveglio, viene lesa la mia libertà, per
motivi anche banali, una lite ordinaria, io sono adolescente e m’incazzo
talmente tanto che la rabbia straripa dal mio cervello e mi sveglia, mi sveglio
incazzato, incazzato come un leone chiuso in gabbia. il dono più grande che
farei ad un figlio sarebbe la libertà, farlo sentire libero.
2 commenti:
I figli sono un rompimento di coglioni.
eheheheh sono anche altro (immagino) ma sono anche quello eheh
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