sabato 7 dicembre 2013

un fiume acqua verde opaca inespressiva senza vita, la luce non filtra nemmeno di qualche centimetro sotto la superficie, adagio navigo su una piccola imbarcazione, una via di mezzo tra una barchetta e una canoa, scivolo a rilento, le due sponde sono rivestite di erba di un verde più acceso ma pur sempre spento e statico. un ronzio inesistente accompagna il mio fluttuare indolente, dalla luce del giorno deduco che è un pomeriggio nordico da paese annoiato assuefatto a sorde piogge senza persone sguardi e parole da incrociare. penso queste cose e nient’altro mentre procedo sull’imbarcazione, un apatico non pensare simile ad un volo senza gioia di volare. sogno numero due, a ridosso del primo, questo decisamente più corporeo, tangibile, risolutamente meno poetico: litigo con i miei genitori, con una rabbia così forte che non svanisce nemmeno al risveglio, viene lesa la mia libertà, per motivi anche banali, una lite ordinaria, io sono adolescente e m’incazzo talmente tanto che la rabbia straripa dal mio cervello e mi sveglia, mi sveglio incazzato, incazzato come un leone chiuso in gabbia. il dono più grande che farei ad un figlio sarebbe la libertà, farlo sentire libero.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I figli sono un rompimento di coglioni.

ilbattelloebbro ha detto...

eheheheh sono anche altro (immagino) ma sono anche quello eheh