giovedì 12 dicembre 2013

è il periodo della felicità, pieno di lucine colorate per le strade e le vetrine, i commercianti si sfregano le mani al pensiero di come le persone si dimostrino a vicenda quanto siano vicine le une alle altre. mi diverte inebriarmi di anticonsumismo nel periodo natalizio. niente mi lascia senza fiato. be’, l’ultima volta è stato davanti agli affreschi giotteschi alla cappella degli scrovegni. alzando gli occhi al cielo, anziché banali decorazioni multicolori al neon, vorrei vedere il solenne simurg che maestoso sorvola le nostre teste. secondo un poema persiano del XIII secolo il simurg, il cui nome significa “trenta uccelli”, era un magnifico uccello che viveva su un albero che generava i semi di tutte le piante selvatiche della terra. un giorno gli uccelli, stanchi di non avere un re, un po’ in crisi di identità, decisero di andare alla ricerca del simurg. attraversarono sette mari, sette vallate, sorvolarono sette alte montagne e si accorsero che il lungo e duro viaggio li stava decimando, erano sempre meno. ad un certo punto si sentirono come purificati dall’estenuante ricerca e dalla durezza del viaggio e si accorsero che erano rimasti in trenta, loro stessi erano il simurg. appresi e apprezzai secoli fa questa storia dal mio amico jorge luis borges, il mio eroe dalla sterminata cultura letteraria. i miei eroi sono le lucine che volentieri appendo sulle vie del mio animo solitario. 

3 commenti:

sarah ha detto...

http://timburton.altervista.org/poemi/mmdbo/chiodi_occhi.htm

Dedicato a chi ha la fregola della felicità natalizia ad ogni costo... eheheh...

ilbattelloebbro ha detto...

eheheheh sorriso da pagliaccio sociopatico eheheh

sarah ha detto...

Sapevo che avrebbe apprezzato... eheh..