con una matita per il trucco dimenticata
chissà-da-chi mi disegno sull’avambraccio sinistro un bel 17. seduto sul
pavimento sono splendidamente solo. le persone spariscono e ciò che ci resta è
come un’immagine virtuale, un’ombra a colori, la sagoma di un fantasma. non
sono le persone in sé ad esserci vicine bensì le persone che abbiamo
incrociato, voglio dire che le persone non sono immagini in diretta ma viventi
ritagli della nostra memoria. anche se sono vive, in carne ed ossa, e possiamo
incontrarle, toccarle, sentirle, in realtà le persone che incontriamo,
sentiamo, tocchiamo sono le persone che abbiamo incrociato. per
noi restano così, ferme al momento dell’incrocio degli sguardi.
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