venerdì 18 dicembre 2009

...guardare ma non toccare

dare forma, corpo e respiro alla propria sofferenza. a me riesce solamente di accoltellarmi e sprizzare sangue. e guardare il mio sangue zampillare, contemplarne il colore, ammirare l’irruenza con cui sgorga copioso e vitale come petrolio stillato dal mio fondo oscuro e impenetrabile. sapessi scrivere, scriverei qualcosa di simile al de profundis di oscar wilde. sapessi dipingere, probabilmente i miei colori sarebbero simili a quelli di munch o van gogh. sapessi cantare, la mia voce sarebbe simile a quella di layne staley degli alice in chains. ora, in questo momento, ciò che sento è sofferenza. la sento e l’ascolto con una freddezza e un’impassibilità quasi disumane. insensibile e distaccato, con le unghie rovisto nelle mie ferite sanguinanti, lo sguardo insensibile e lacerato al tempo stesso. l’animo pure. sorrido di amara e ruvida sofferenza. sorrido nel vedermi così. sorrido perché, a modo mio, mi amo. sorrido perché sono l’unica cosa che ho. e lo so. e ora mi “tratto male”. mi brucio, mi seppellisco, mi rovisto dentro come una muta di cani rabbiosi che cercano cibo nella spazzatura. sorrido perché sto trattando male l’unica cosa bella che ho. e ne sono consapevole. la graffio, la scortico, la sgretolo, la frantumo, la trituro finemente…. e sorrido mentre lo faccio. e mi amo così, mentre lo faccio, mentre mi suicido ancora, ancora una volta. brandelli di carne e sangue.” oh, che esploda la mia chiglia! che io vada a infrangermi nel mare!”. brandelli di carne e sangue. brandelli del mio scafo… ingurgito acido, mi buco le vene, brucio le carni, strappo la pelle. fuoco, faccio fuoco su di me. con sorriso distaccato e glaciale. un pagliaccio che muore. muore ancora una volta. nessuno mi conosce sul serio, muoio ancora una volta, muoio solo. muoio così come son nato, come son vissuto. ancora una volta. solo…. e sorrido… eheheheheeheheheheh…………

la salvezza è una costa così lontana, mentre vado alla deriva nel mare della mia maledizione… i più affilati di voi, che leggete, forse possono intuire come mi sento, ma nessuno saprà mai come mi sento. ci sono abituato all’incomprensione. il destino delle lame più affilate è quello di esser sole. troppo taglienti per esser sfiorate, troppo lucenti per esser guardate. una lama affilata non si fa maneggiare da nessuno. la si può solo guardare, a debita distanza. per vivere tra mille posate di plastica, una lama lucente non deve far altro che truccarsi. il pagliaccio, ancora lui, sempre lui… voi che leggete, protetti da chilometri di distanza, dalla lastra di vetro dello schermo, potete intravedere il filo della lama… guardare ma non toccare, questa la mia maledizione. la mia maledizione, fonte della mia unicità, della mia felicità, della mia tristezza, della mia diversità. sorrido se penso alle mille posate di plastica che incontro ogni giorno, così mediocri da nemmeno sospettare dell’esistenza di quel baratro che le separa da quelli come me. pensano che il mondo sia fatto solo da posate di plastica…… maneggiare con cura…

anzi, guardare ma non toccare……



4 commenti:

Anonimo ha detto...

nemmeno oserei, sfidare una lama, io sbilenco taglierino da disegno.. osservare, mi è sufficiente, intuire lo è a farmi percepire ed assorbire.. dannazione.

Bambi

... ha detto...

..troppo taglienti per esser sfiorate, troppo lucenti per esser guardate. una lama affilata non si fa maneggiare da nessuno. la si può solo guardare, a debita distanza..
conosco quel serramanico puntato, gelido, contro il mondo.. quella lama che se ti avvicini ti fa a pezzi, roba da rey di ken shiro..
l'ho puntato spessissimo il coltello.. e l'ho visto anche puntato verso i miei occhi.. ed è stato bellissimo.. scoprire quella sottile linea argentata dietro una montagna di cerone, una linea che solo io riuscivo a vedere.. così minacciosa.. ma io non temo il taglio.. conosco quella linea argentata, è quella che vedo se mi guardo allo specchio: una figurina esile di plastilina colorata dal cui stomaco si affaccia la punta di una lama.. e non vuole essere maneggiata con cura, per tenere il controllo.. vuole che nessuno si avvicini a toccare.. e che nessuno guardi..

un'esperta di coltelli, con l'occhietto basso, è una frana di sicuro, nel tagliare.. ma taglia, a modo suo.. in realtà, fa tutto a modo suo! :murissimo
"smoke on the water, fire in the sky", mi viene in mente..
((( mmm... non sono sicura di schiacciare il tastino giallo, ma sì.. ma sì.. lo schiaccio.. click! )))

... ha detto...

azz.. ma quanto ho scritto? mi sa che facevo prima a fare da me, è che stavo comoda! sorry.. cià!

ilbattelloebbro ha detto...

giornataccia pesante... mi son truccato bene, cerone e nasino rosso dosati ad arte... piacevole e quasi simpatico, col mio adespoto pubblico pagante.

bello tornare a casa e leggervi.

bambi, nàstenka....