sabato 28 aprile 2012


nero silenzio. gli altri lontani, il mondo una sfera di vetro. la mia pelle non è fatta per alcuna mano di questo mondo. i miei lupi si aggirano nella mia notte. pensieri frammentati, un unico insondabile buio in cui sprofondare. nel mio buio non ci sono persone o maschere, manichini, immagini, ombre, voci. sono più freddo di un morto. il buio inghiotte sangue. nessuna mano è degna di sfiorarmi. quando sono particolarmente malinconico trovo così bello camminare sul nero lucido dell’asfalto bagnato, una pioggia leggera dall’animo notturno, le mura e i vetri delle case a racchiudere personcine asciutte, prosciugate, inaridite. “dopo il suo sangue, la cosa migliore che un uomo può donare di sé è una lacrima” diceva un mio vecchio amico un po’ troppo inflazionato. chissà se qualcuno donerebbe una goccia del suo sangue per me, chissà….
ho voglia di chiudere qualcosa, una porta, uno scrigno, una teca di cristallo, chiudere e assaporare il nero che ne deriva. chiudere come morire, piccola morte tascabile e circoscritta. chiudere è sapere di non poter tornare indietro. ho la preziosità del diamante più raro. se mi mostro privo di trucco faccio male. solo uno sguardo terso può vedermi senza trucco. chi mi vede muore. regalo una dolcissima morte che evapora lasciando un alone immacolato. sono sporco a modo mio. sempre leggero e incontaminato.

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