mercoledì 11 aprile 2012

uno specchio dai bagliori intermittenti mi dice cosa dovrei comprare, le cose di cui dovrei aver bisogno. voci e volti che guadagnano vendendo prodotti mi dicono quanto siano ottimi, belli e buoni i medesimi prodotti dalle cui vendite quei volti traggono profitto. bah! annerisco lo schermo dando immediatamente vita ad un silenzio. o alla mia voce interiore. che sa di silenzio e pioggia e notte e aria di deserto e violini che vagano nel buio di una città desolata. uno scuro specchio d’acqua si spande da un impercettibile puntino nero incastonato nel mio cervello. quel puntino in pochi attimi è il centro di una fredda galassia solo mia. poco fa imbrattavo tele, ora disegno parole senza creare nulla. anche questo è silenzio, adorabile silenzio interiore, pura armonia senza interferenze, una danza del respiro, pura comunione col sospiro di questa notte. non ho voglia di nessuna voce che non sia la mia. ogni tanto cerco solo lo sguardo della mia jeanne personale che dolce e paziente mi osserva benevolmente dalla parete tinta di verde. poco fa mi è venuta in mente una poesia sul tempo che passa, l’ho cercata tra i libri: splendida, ancor più bella stanotte, col sottofondo di pioggia (per la cronaca, “candele” di costantino kavafis ). ho voglia di storia e di poesia. spengo anche questo schermo. addio.

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