lunedì 19 novembre 2012


Piove come se la città il mostro sconfinato di cemento asfalto e persone sanguinasse solitario nel suo dolore inascoltato. Soffrire da soli è una cosa così forte, pura, roba rara nel grande mare dell’umanità. Piove sull’asfalto sul cemento sui tetti sui vetri sulle auto. Io nel mio monolocale al tredicesimo ascolto la pioggia. Ascolto la pioggia solitaria come nessuno al mondo. Ho riversato il contenuto di un intero flaconcino di bromazepam in un bicchiere di jack. Lo scolo d’un fiato. Tutto l’amaro del mondo va a farsi fottere transitando nelle mie budella come pioggia sporca ingurgitata dalle fogne della città avvolta nella notte. Stanotte morirò, in qualche modo.



1 commento:

Anonimo ha detto...

è la tua bellezza segreta.
dormi...muori...