martedì 4 giugno 2013

pupille di vetro monotone fiammelle danzanti. splendidi i miei occhi risplendono tristi meravigliosi come parole estratte dalle recondite profondità di una mente dai morbidi colori ambrati. qualche notte fa sono stato male. un’intera notte trascorsa tra spasmi e dolori. il mattino seguente non sono nemmeno andato al circo io che sono una pagliaccio serio che per mimetizzarsi a puntino timbra sempre il cartellino con robotica puntualità. come sempre quando soffro amo farlo in totale solitudine come un animale ferito che si distacca dal branco per andare incontro ai propri incubi. per qualche attimo quando i dolori sono diventati tipo parto ho anche accarezzato l’idea di un pronto soccorso. ma il deserto della mia stanza era il mio habitat e nessun altro luogo avrebbe potuto sanare le mie ferite. sono sempre più lontano dalle persone meccanico vesto i panni del pagliaccio per poi denudarmi tra le mie quattro mura di vetro e cemento e buio e carboni ardenti. alle prime luci del sole quando le fitte dolorose mi hanno concesso un poco di tregua giusto il tanto per poter restare sdraiato per mezz’ora o un’ora di fila non mi andava nemmeno di riversare su queste pagine il fuoco che ardeva dentro le mie carni. perché ero stremato dalla sofferenza ma non solo. anche perché ero nel bel mezzo di un deserto dove non esisteva un pc uno schermo un foglio di carta e forse nemmeno le parole la comunicazione. non esistevano persone. ho telefonato al circo per avvertire che stavo male. e mi sono lentamente spento come una fiammella in una notte senza luna lampioni case grattacieli insegne automobili e rumori. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

sempre bellissimo, il marsia lontano e sofferente..