venerdì 15 novembre 2013

il mondo è pieno di macchine un giorno la tecnologia ucciderà il mondo chissà chi l’ha detto chissà dove cazzo l’ho letto boh. un giorno pensare col proprio cervello vedere le cose attraverso il proprio cervello suonerà strano poi sarà persino sospetto fino a diventare reato. quel giorno grazie a dio sarò morto e sepolto e dimenticato. e potrò chiacchierare con i miei eroi. fino ad allora trucco e cerone e nasino rosso e quelle cose lì. faccio due passi bevo un amaro scuro perché l’amaro non può permettersi di essere arcobaleno faccio due passi e mi concedo persino la vicinanza di una donna al mio fianco una donna che non mi disturbi non m’infastidisca. tutto quanto dentro la mia testa s’intende il mio culo poggia spensierato sul freddo del pavimento. sono solo nella mia stanza sorseggio un amaro fatto dal sottoscritto esattamente dieci anni fa l’etichetta adesiva dice “aiace 2003”, periodo iliadico immagino, ricordo usai per l’infuso tarassaco alloro genziana verbena carciofo luppolo ginepro e chissà cos’altro. la bottiglia dentro l’armadio riposava al buio indisturbata fino a poco fa. ora il mio volto e il mio corpo sono decisamente in bianco e nero barbetta lunga e splendida magrezza oltremondana. l’unplugged di clapton nell’aria della mia stanza. comincia ad approssimarsi il periodo della felicità quello con mille lucine di plastica colorate palpitanti finte come piccole uova commerciali deposte dal ventre di las vegas. sogno una vicina di casa che suoni alla mia porta e mi porti in dono i biscottini di buon augurio per l’anno nuovo eheheh…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non si è ancora fatta viva... eh eh eh...