giovedì 21 novembre 2013

l'ultima volta che mi sono suicidato


un altro dei miei eroi, neal cassady, scrittore e amico di jack kerouac che lo immortalò nel libro on the road, il protagonista del romanzo, infatti, dean moriarty, è ritagliato sulla figura di neal. nato mentre i genitori erano in viaggio per gli stati uniti, passò l’infanzia col padre inaffidabile e alcolizzato e la malattia del non stare mai fermo non lo lasciò mai. non poteva morire in un modo e in un posto più adatto alla sua indole: dopo i bagordi di una festa di matrimonio, imbottito di alcol e droghe, s’incamminò da solo, a piedi, lungo i binari della ferrovia e qui svenne (fu rinvenuto in stato comatoso, portato in ospedale dove morì… ma per me morì lungo quei binari, da solo, mentre camminava “sino al termine della notte”, così è molto meglio, perfetto direi).
neal, nel film
la bellissimissima claire forlani
 una cosa buona che fece il padre per lui fu quella di iscriverlo in una buona scuola, a sei anni. visto che per iscriversi in quella scuola bisognava essere residenti nel quartiere dove appunto c’era la scuola, il padre bluffò dichiarando che il bimbo risiedeva all’indirizzo della madre, mentre in realtà vivevano, lui e il bimbo, in un palazzone pericolante adibito a specie di hotel per barboni e poveracci vari. quindi, per recarsi a scuola, il bimbo tutte le mattine, dopo essersi svegliato da solo mentre il padre alcolizzato ronfava alla grande, doveva camminare per chilometri e chilometri perché non aveva nemmeno i soldi per il tram. e quel lungo tragitto quotidiano lo viveva con una meravigliosa spensieratezza infantile, accompagnato perennemente dalla sua pallina da tennis che faceva continuamente rimbalzare mentre camminava e notava il mondo, con l’acutezza di un bambino e l’acume di uno scrittore. uno stralcio della sua vita è raccontato in un film che mi piace tanto, “l’ultima volta che mi sono suicidato”, basato su una lunga lettera che neal scrisse al suo amico jack kerouac. film recente, è del 1997, girato in bianco e nero e accompagnato da un immancabile jazz anni ’50. mi piace un sacco e grazie ad internet sono riuscito a recuperarlo e a rivederlo. il film racconta di due ragazzi innamorati che giunsero ad un soffio dal "vissero felici e contenti" e di come tutto poi andò a puttane. visione caldamente consigliata. ah, nel film c’è una claire forlani bellissimissima. (ok, per voi donne c’è anche keanu reeves).

p.s. 

mi sono dimenticato alcune cose che potrebbero sembrare irrilevanti ma per me sono fondamentali:quando è morto e si è incamminato lungo i binari aveva con sè un paio di jeans e una t-shirt e basta (probabilmente anche il freddo avrà fatto la sua parte). di notte neal cassady parlava ininterrottamente, un vero fiume in piena di parole. e sapeva scrivere. scrivere bene. per saper scrivere bisogna saper vedere, sentire le cose e le persone. per le altre mille cose che ho dimenticato pazienza. 

p.s. II
quant'è bella la voce narrante, quella di neal cassady, che pronuncia l'ultima frase del film:"così è la vita... così è l'amore... ...e così sono io!"

[l’ultima volta che mi sono suicidato, regia di stephen kay, usa 1997]

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