sabato 24 ottobre 2015

il contatto con gli altri esseri umani mi tocca, se vuoi stare a questo mondo non puoi cliccare sull’opzione “non accetto”. devi guardarli, usare la tua voce, persino ascoltarli. che seccatura! stare tra la gente, che tu lo voglia o no, ti rende un po’ come tutti loro. io ad esempio non riesco nemmeno a leggere, in presenza di altre persone. certo, posso leggere parole, pagine, ma non riesco ad assaporarle come quando sono solo. anche guardare una partita di basket, o un film, da solo è tutta un’altra cosa. anche scribacchiare queste parole sarebbe inammissibile in presenza di estranei. ora, nel cuore della notte, mentre scribacchio davanti a questo pc tutto scassato, sto bene come non potrei stare in alcun luogo che comprendesse la presenza di altre persone. dio, quanto mi piacerebbe farla finita con questo trantran del circo e delle persone da incontrare per forza, tutti i giorni. me ne starei volentieri a casa, a leggere gli scrittori del passato, a guardare i miei film (la scatola piena di spazzatura cartacea che ho appena fatto volare dalla finestra, destinazione marciapiede, ha fatto un po’ di baccano ma sembra che lo schianto sia passato inosservato, nessuna finestra si è spalancata, nessuno ha pensato di vedere chi è lo stronzo che getta l’immondizia dalla finestra…). farla finita col solito trantran della quotidianità, il mio più grande sogno, in molti lo considererebbero una perdita di tempo, uno spreco di tempo. io di sicuro non la penso così. in questo momento beatles, candele, notte e città addormentata che nemmeno bada alla mia scatola volante, in questo momento, mentre scribacchio libero e leggero, sto così bene che riesco distaccarmi completamente dagli umani che non mi conoscono e che non voglio conoscere. se questo è perdere tempo, be’, adoro farlo. notti simili a questa ne ho trascorse chissà quante, fin da adolescente. che ci crediate o no, scribacchiare ora queste parole è una vera delizia. è un modo di far evaporare tutto quel trantran che dicevo prima. sono circa le 3,30. penso che tirerò sino alle prime luci dell’alba, sereno e beato come un cammello solitario tra le dune del deserto.

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